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C'è il rischio che, ancora una volta, di fronte a problemi che sembrano presentarsi per la prima volta, si faccia un completo dietrofront che finisce, alla lunga per provocare più danni dei benefici attesi, cancellando gli enormi progressi fatti dopo la prima crisi da petrolio.
La recessione, che interesserà tutto il 2009, servirà a riequilibrare i mercati. Essa non può e non deve essere evitata. Si tratta solo di attenuarne i riflessi, adeguando gli ammortizzatori sociali per difendere i redditi di quanti perderanno il lavoro, favorendo una crescita delle infrastrutture per migliorare il livello dei servizi ai cittadini, ricostruendo regole di sorveglianza dei mercati là dove esse si sono palesate manchevoli. Se non chiuderemo i nostri mercati e se manterremo la politica fuori della gestione corrente dell'economia, allora la recessione potrà essere soltanto un episodio previsto, come ce ne sono stati tanti, anche più pesanti dell'attuale, nel corso degli ultimi sessant'anni.